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La società italiana rimane “indomita” dal governo più di destra degli ultimi decenni

Il 25 ottobre 2022, nel suo discorso di insediamento alla Camera bassa del Parlamento italiano, il neoeletto primo ministro Giorgia Meloni ha dichiarato: “Mi sarà difficile non provare un pizzico di simpatia per coloro che scendono in piazza per contestare le politiche del nostro governo”.

Come lei stessa ammette, le proteste hanno fatto parte della formazione politica della Meloni. Ricordando il suo passato di attivista nelle organizzazioni giovanili della destra post-fascista italiana, Meloni è stata enfatica: “Ho partecipato e organizzato tante manifestazioni nella mia vita, e credo che questo mi abbia insegnato molto più di tante altre cose”.

Ma alla prova dei fatti, questa “simpatia” per i manifestanti si è rivelata per quello che è: retorica. Infatti, fin dall’inizio, il governo Meloni e la maggioranza parlamentare guidata da Fratelli d’Italia hanno cercato di reprimere e criminalizzare il dissenso.

Il primo provvedimento ufficiale del governo è stato il cosiddetto “decreto anti-rave” del 31 ottobre 2022. Approfittando di un controverso rave party nella città settentrionale di Modena, il governo ha introdotto un nuovo reato con pene severe – fino a sei anni di reclusione – per chi organizza e promuove “raduni pericolosi per l’ordine pubblico”.

Di fronte alle critiche dell’opposizione e dei giuristi, Meloni ha dichiarato che “non siamo più una repubblica delle banane” e che “è possibile fare delle cose rispettando le regole e le leggi dello Stato italiano”.

Seguirono una serie di misure simili. Uno dopo l’altro, sono stati firmati decreti per curare l’immigrazione e restringere ulteriormente le vie per arrivare legalmente in Italia, per ostacolare le navi delle ONG che effettuano salvataggi nel Mediterraneo centrale, e per reprimere gli attivisti per il clima. Non ultimo, c’è stato un “pacchetto sicurezza” che ha inasprito le pene per vari reati minori, tra cui il blocco delle strade.

Poi sono arrivate una serie di proposte dei parlamentari di Fratelli d’Italia che si spingono ancora più in là. Una creerebbe il reato di “terrorismo di strada” per le manifestazioni più accese. Un altro vorrebbe annacquare il reato di tortura, introdotto solo nel 2017 e ora considerato un ostacolo all’applicazione della legge.

La comunità LGBTQ+ è stata un bersaglio particolare. Un esempio è il divieto di registrare i figli di coppie dello stesso sesso, frutto di una circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In pratica questo significa che le coppie omosessuali non potranno trascrivere i certificati di nascita dei loro figli concepiti all’estero attraverso la maternità surrogata, che il governo e la sua maggioranza vogliono rendere un reato universale.

In breve, il governo Meloni si è schierato in prima linea contro qualsiasi gruppo che percepisce come nemico o che potrebbe rappresentare un ostacolo al suo programma politico.

Cosa dicono i “nemici”?

In Italia il governo e l’estrema destra non sono stati il bersaglio di un unico movimento di massa, come si è visto in Germania contro Alternative für Deutschland. Ciononostante, l’opposizione è emersa in varie forme.

“Ci sono state proteste generali contro il governo, ma anche proteste su politiche specifiche, come le questioni del lavoro o la violenza contro le donne”, ha dichiarato Donatella Della Porta, assistente alla Scuola Normale Superiore di Pisa e direttore del gruppo di ricerca interdisciplinare Cosmos (Centro studi sui movimenti sociali), a Voxeurop. “Iniziative di questo tipo non sono nuove, ma con un’amministrazione come quella della Meloni sono diventate più esplicitamente antigovernative che in passato”.”

Un esempio è la marcia annuale del 25 novembre organizzata dal gruppo femminista Non Una Di Meno in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Le due edizioni più recenti hanno preso di mira in particolare il governo Meloni, denunciato per non aver fatto nulla per combattere la cultura patriarcale italiana e per aver tagliato i fondi statali per la protezione delle donne.

Intanto, l’inazione del governo sulla crisi climatica è stata al centro di movimenti come Ultima Generazione, le cui tattiche si ispirano alle azioni non violente di Just Stop Oil. Chiedono, tra l’altro, un passaggio più rapido alle energie rinnovabili e la cancellazione dei piani per nuove trivellazioni di gas.

In risposta, l’esecutivo e la sua maggioranza parlamentare hanno approvato una legge speciale contro i cosiddetti “eco-vandali“, che impone pesanti sanzioni (fino a sei anni di carcere) a chi causa danni al patrimonio culturale o paesaggistico. Ciò ha preso di mira direttamente il principale modus operandi di Ultima Generazione, che consisteva in azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, tra cui bravate nei musei e deturpazione di monumenti e statue. La repressione è stata quindi attuata attraverso leggi ad hoc, accuse penali e procedimenti giudiziari. Per proteggersi, il movimento per il clima è stato costretto a usare tattiche meno radicali.

Le cose sono andate meglio per un gruppo di cosiddette famiglie arcobaleno – cioè coppie dello stesso sesso – nella città nordorientale di Padova. Dopo aver condotto una battaglia legale per garantire i diritti dei loro figli, all’inizio di marzo 2024 il tribunale ha riconosciuto la validità dei certificati di nascita di 35 minori. L’ufficio del pubblico ministero aveva cercato di annullare i documenti sulla base della suddetta circolare del ministro degli Interni.


Il governo Meloni si è schierato in prima linea contro qualsiasi gruppo che percepisce come nemico o che potrebbe rappresentare un ostacolo al suo programma politico
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Al di fuori delle aule di tribunale, le proteste più partecipate sono state senza dubbio quelle sul conflitto israelo-palestinese. Secondo i dati del ministero degli Interni, dal 7 ottobre ci sono state oltre 1.000 manifestazioni a sostegno della Palestina e per chiedere un cessate il fuoco.

Per il professor Della Porta, “queste manifestazioni sarebbero avvenute anche se ci fosse stato un governo di centro-sinistra”, ma l’esistenza di un governo di destra ha fatto sì che “diversi attori si mettessero in rete”. Tra questi, le associazioni palestinesi italiane, i movimenti sociali di sinistra, i sindacati, i partiti politici e gli studenti.

Gli studenti, in particolare, hanno avuto un profilo particolarmente alto negli ultimi mesi e, a volte, sono stati vittime di abusi da parte della polizia. Il caso più controverso si è verificato il 23 febbraio 2024 a Pisa, quando una marcia di studenti delle scuole superiori – tra cui diversi minorenni – è stata abbattuta brutalmente dalla polizia.

L’opinione pubblica è rimasta profondamente scioccata dai video degli studenti adolescenti presi a manganellate da agenti in tenuta antisommossa. L’incidente ha provocato l’intervento del presidente italiano, Sergio Mattarella, che ha dichiarato in una nota ufficiale che “con i giovani le manganellate esprimono un fallimento”.

Il professor Della Porta ritiene che gli eventi di Pisa siano “il culmine di un tentativo di vedere fino a che punto ci si può spingere” con la repressione. Ma le proteste non mostrano alcun segno di spegnimento. Al contrario.

“La nuova generazione è molto sensibile alle questioni politiche e sociali”, dice Della Porta. Non è un momento di scarsa mobilitazione”. La società civile italiana, insomma, “non è stata domata” dal governo italiano più di destra dal dopoguerra.

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