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L’ascesa dell’estrema destra in Europa è inevitabile?

L’influenza dell’estrema destra sulla politica europea non è una novità, e si è sviluppata a partire dagli anni 2000. Nelle ultime settimane, tuttavia, i media e gli opinionisti hanno focalizzato l’attenzione sulla presenza dei partiti di estrema destra nei dibattiti pubblici in tutto il continente. Si tratta di una “nuova era in divenire”, affermano i ricercatori Gilles Ivaldi e Andreu Torner puntualizza in The Conversation (FR), e il mutato panorama politico rischia di influenzare “l’equilibrio politico dell’Unione al elezioni europee del giugno 2024“.  

Il caso di studio più ovvio è forse quello del Rassemblement National (RN) in Francia. Secondo l’ultimo sondaggio dell’Ifop del 17 ottobre, il RN è salito di 3 punti da agosto e sta “aumentando il divario con i suoi rivali”, report Davide Basso su Euractiv (FR). Egli sottolinea che “alle elezioni del 2019 la RN e il partito presidenziale (La République en Marche, ora Renaissance) erano testa a testa, [mentre] il divario [è] ora di otto punti”. La conclusione di questo giornalista politico: “di fronte al crollo del suo alleato Matteo Salvini in Italia, la RN potrebbe prendere la leadership del gruppo Identità e Democrazia (ID), che riunisce l’estrema destra euroscettica nel Parlamento europeo”.”

L’estrema destra è entrata nel mainstream politico in Portogallo, a lungo considerato un’eccezione. Il partito Chega è stato fondato all’inizio del 2019 ed è entrato in parlamento solo nel gennaio 2022. Si è affermato come terza forza elettorale del Paese, a pochi mesi dalle elezioni anticipate del 10 marzo in seguito alle dimissioni del primo ministro António Costa.

In Svezia, il discorso politico anti-immigrati si è inasprito da quando i Democratici di Svezia di estrema destra sono arrivati secondi alle elezioni parlamentari del 2022. L’editorialista Ann-Sophie Hermansson, membro del Partito socialdemocratico ed ex sindaco di Göteborg, la seconda città più grande del Paese, argomenta nel Göteborgs-Posten che il crescente problema islamista della Svezia non è stato affrontato in tempo.

In Germania, l’AfD ha superato i tre partiti di governo nelle elezioni regionali dell’8 ottobre, confermando la sua posizione in Baviera dopo i precedenti successi in Turingia, riporta la Tageszeitung.

In Spagna, il partito di estrema destra Vox è entrato al governo a settembre in una quinta regione, Murcia, grazie a un accordo di coalizione con il Partido Popular (PP). Il partito sta assumendo un ruolo sempre più importante come disturbatore politico, riporta El Confidencial.

La socialdemocrazia ha ancora un futuro?, si chiede l’accademico Paolo Gerbaudo sulla rivista italiana Il Mulino. Secondo un studio di Giacomo BenedettoSimone Hix e Nicola Mastrorocco citati nel suo articolo, “mentre i partiti socialdemocratici europei prendevano in media oltre il 40% dei voti, ora si sono ridotti al 20%”. E il relativo successo del PSOE spagnolo non deve trarre in inganno di fronte a questo quadro generale così cupo”. Il timore è che “le prossime elezioni europee segneranno un’altra sconfitta, soprattutto vista la situazione disperata della SPD in Germania”. Ma il ricercatore vede anche una possibile “inversione di rotta rispetto al non interventismo statale e alla dottrina dell’era neoliberale dell’autoregolazione dei mercati”, con il ritorno di “richieste di redistribuzione, scioperi per l’aumento dei salari e politiche industriali dirigiste, in particolare ai fini della transizione ecologica”.

In Polonia, le elezioni parlamentari del 15 ottobre hanno visto la vittoria dell’opposizione guidata dall’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha posto fine a otto anni di governo del PiS. “È tornata la speranza”, dichiara l’editorialista Michael Sutowski nella rivista di sinistra Krytyka Polityczna (PL) la sera delle elezioni. Egli ritiene che le scuole e l’istruzione, che sono state danneggiate dalle politiche del PiS, siano una priorità fondamentale per il nuovo governo.

Nel The Guardian (EN), gli economisti francesi Julia Cagé e Thomas Piketty, autori di Una storia di conflitti politici: Elezioni e disuguaglianze politiche in Francia. 1789-2022 mostra perché la deriva a destra dell’Europa non è inevitabile. Ma i partiti di sinistra devono smettere di sprecare le loro energie sulla questione migratoria, che gli autori considerano un “vicolo cieco politico” se la sinistra vuole riconquistare l’elettorato della classe operaia che ha perso.

Abbracciare le politiche dei partiti di estrema destra non è una strategia vincente per i socialdemocratici e i sindacati, agree Daphne Halikiopoulou e Tim Vlandas in uno studio per l’Istituto sindacale europeo intitolato “Come contrastare le politiche di esclusione dell’estrema destra con un’agenda progressista e inclusiva sull’uguaglianza”. Concludono che “bloccarsi sulle questioni di sicurezza non è inevitabile”.


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