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Depressione, sfruttamento e precariato: come stanno i giovani in Europa sud-orientale

In Grecia, la salute mentale dei giovani continua a essere un problema. iMEdD Lab, giornale investigativo di data journalism, riporta uno studio che ha coinvolto 40 scuole greche e che è giunto a 3 conclusioni sugli adolescenti:

  • Il 65% pensa che la scuola aumenti l’ansia e lo stress;
  • il 50% non sa a chi rivolgersi per risolvere problemi di salute mentale;
  • circa il 47% dichiara di non sentirsi a proprio agio nel discutere di salute mentale con gli insegnanti.

Giovani e sfruttati

Oltre ad avere a che fare con problemi di salute mentale i giovani di questa parte d’Europa, soprattutto quelli che hanno difficoltà economiche, devono affrontare condizioni di lavoro difficili. La rivista Kosovo 2.0, ha parlato con tre fattorini che si occupano di consegne di cibo, di età compresa tra i 17 e i 21 anni, che hanno raccontato che le spese mediche sono a loro carico, che lavorano otto ore al giorno senza contratto o dispositivi di protezione e il tutto per una paga deludente. Armend, uno dei giovani, racconta che lavora in questo modo da quando aveva 12 anni: nella ristorazione “rapida” e nell’edilizia. L’indagine sulla forza lavoro del 2022 mostra che “i giovani tra i 15 e i 24 anni rappresentano il 14,6 per cento della forza lavoro e la maggior parte lavora senza contratto”.

Il quotidiano turco Cumhuriyet racconta la tragica morte di un operaio 22enne di una fabbrica di mattoni. Solo due giorni prima di morire il giovane ha condiviso sui social media proprio la pericolosità del macchinario che gli ha accidentalmente schiacciato una gamba, uccidendolo. Il Centro per la libertà di Stoccolma (SCF), una ong per i diritti umani fondata da giornalisti turchi in esilio, ha ripubblicato un rapporto che mostra che il numero di incidenti mortali sul lavoro in Turchia ha passato un record nel 2022 (1.843). Secondo Health and Safety Labor Watch (İSİG), la ragione di questi numerosi decessi è l’obiettivo del partito AKP di “trasformare la Turchia in una fonte di manodopera a basso costo per l’Europa”.

Professore romeno: “La scuola non può fare tutto, forse niente

C’è chi vorrebbe incolpare la scuola per non aver affrontato i problemi dei bambini, ma il professore e scrittore Horia Corchessulla rivista romena Dilema Veche, è di parere diverso. Corches ritiene che la scuola “non può fare tutto, o forse niente, se la società e la famiglia non lottano per portare avanti i veri principi e valori”. In particolare, il professore rimprovera il fatto che in Romania vengono dati esempi negativi ai bambini. 

L’Ue: tra proteggere e danneggiare i giovani

Una delle soluzioni ai problemi di salute mentale dei giovani è l’intelligenza artificiale. Come ha sottolineato Efi Vagena, professore di bioetica presso il Politecnico federale di Zurigo, per iMEdD Lab, gli strumenti di intelligenza artificiale possono aiutare i bambini, se sono ben regolamentati e introdotti, in un “sistema di responsabilità”.

Le due caratteristiche di Vagena, tuttavia, non sono soddisfatte dalla controversa proposta del Commissario agli Affari interni dell’Unione europea, Ylva Johansson, apparentemente finalizzata a combattere gli abusi sessuali sui minori. Ma c’è un rovescio della medaglia. Secondo il giornale online greco Solomon, che si concentra su questioni di interesse pubblico e progetti investigativi, se la proposta della Johansson venisse accettata, il regolamento obbligherebbe le piattaforme sociali a spiare i sistemi dei loro utenti, comprese le chat private. La privacy dei bambini sarà quindi messa a rischio.

– Claudiu Pop

Traduzione di Voxeurop


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